Dall’articolo di Exibart

Punk e Cassandre di Massimo Scognamiglio, negli spazi di Casa 94, a Roma

Un’installazione site-specific, 30 lavori su carta e cinque tele: Massimo Scognamiglio trasforma gli spazi di Casa 94 Gallery in un visionario e ironico padiglione psichiatrico

Glamour ma di impronta classica, un fashion dalla caratura pittorica, insomma, visioni che uniscono le atmosfere della moda e l’espressione dell’arte. Ed è da questa commistione che si innesca una sorta di loop, un effetto Larsen tra messa in scena, fotografia e pittura. L’autore di questo cortocircuito è Massimo Scognamiglio, fotografo e artista, le cui opere saranno in mostra dal 17 al 19 dicembre 2021, negli spazi di Casa 94 Gallery, in via Placido Zurla 94, a Roma. “Strappi e profezie” è il titolo della personale, che presenta una serie di lavori su carta del 2021 e su tela del 2008, trasformando le due sale espositive in un luogo evocativo e carico di suggestioni: i reparti di un immaginario ospedale psichiatrico, popolato da emarginati, clown, punk, uomini solitari e inascoltate Cassandre. Proprio i reparti psichiatrici sono stati luoghi frequentati da Massimo Scognamiglio per un precedente lavoro fotografico, che riemerge nell’installazione a Roma.

Scognamiglio lavora con pittura acrilica, matita e pastelli a olio, dipingendo su strappi di giornali di moda. Seleziona con cura primi piani di modelli e modelle, tagli frontali, semplici e puliti. Strappa dai giornali con noncuranza i fogli e li “ri-dipinge”, con un intento espressionista, distante dal pop, per scavare oltre la superficie esteriore dei suoi personaggi. Da questo stridore tra il patinato e l’inconscio, tra un passato preveggente – le tele che parlano di profezie – e gli strappi odierni carichi di furore, nasce l’energia vitale dei soggetti protagonisti della pittura e della fotografia di Scognamiglio.

Doloroso ma mai cupo, sempre ironico e con una luce speciale, Scognamiglio racconta la “forma umana”, in un figurativo influenzato da alcuni miti inarrivabili come David Lynch, Francis Bacon e Jenny Saville o David Hockney, il tutto rimescolato, digerito e interiorizzato in una forma essenziale e personale.

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