Credo che il colore sia tremendamente complesso da gestire. Intendiamoci fare grandi foto è complesso sia in bianco e nero sia a colori. Rendere però un’atmosfera, magari stereotipata, è molto “semplice” in bianco e nero, si inganna facilmente chi guarda.

Molto più complesso a colori. Il colore, vie da sé, contiene anche il bianco e nero. Ma contiene anche il freddo e il caldo, il saturo e l’insaturo. Contiene a mio parere una grande complessità.

Per questo il mio primo istinto quando ho “sviluppato” i raw del mio primo viaggio a Tokyo è stato quello di usare il bianco e nero, duro e puro, ultra contrastato, una sorta di omaggio a Daido Moryama (perdonami Maestro!).

Poi su suggerimento di un caro amico fotografo, Marco Arienti, ne ho sviluppate alcune a colori. Ho scoperto un mondo che non ricordavo, un mondo che avevo in parte “ristretto” e forse "reso più sintetico e chiaro” con il bianco e nero.

Però se ci penso, io sono più “vero” in questo colore che oggi vi propongo. Un colore sporco, caldo e freddo, stralunato, confuso. Lost in translation. Ecco quindi il mio nuovo portfolio sull’esperienza giapponese.

TOKYO COLOR TRIP

PORTFOLIO #2

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